I LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA

NEL FRIULI COLLINARE

CENNI STORICI

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Il Friuli Collinare fu uno scenario nevralgico della Grande Guerra sul fronte italo-austriaco, sebbene per decenni sia stato quasi dimenticato dalla storiografia. Fra il 30 ottobre e il 3 novembre 1917, il nostro territorio conobbe uno dei più importanti e drammatici fatti d'arme della ritirata di Caporetto: la battaglia del Tagliamento.

Nell'area inclusa fra Ragogna, San Daniele, Pinzano e Forgaria, il Corpo d'Armata Speciale del Maggior Generale Antonino Di Giorgio (Brigate di fanteria "Bologna", "Lombardia", "Lario", "Barletta" e unità minori, per circa 20.000 uomini con circa 120 pezzi d'artiglieria dotati di scarno munizionamento) combatté al fine di contenere l’attacco portato da quattro divisioni austro-germaniche. Si trattava della 12a Divisione di fanteria germanica slesiana, della 50a Divisione di fanteria austro-ungarica, della 55a Divisione di fanteria austro-ungarica e della 13a Divisione Schützen austriaca, appartenenti alla 14a Armata e formate da oltre 60.000 uomini reclutati in mezza Europa (tedeschi, austriaci, cechi, ungheresi, bosno-erzegovesi, ruteni, polacchi).

Queste forze, appoggiate da almeno 450 bocche da fuoco, avevano un ordine chiaro: valicare il maggior fiume friulano, incunearsi lungo la falda pedemontana pordenonese e tallonare il Regio Esercito Italiano nella pianura veneta, dove sarebbe stata scatenata l'offensiva di annientamento. Fu proprio la resistenza ad oltranza applicata dalle retroguardie nella battaglia del Tagliamento a compromettere la riuscita della manovra austro-tedesca, consentendo la ritirata e la riorganizzazione del grosso dell'esercito italiano sulla linea del Piave. In termini militari, l'azione di copertura del Corpo d'Armata Speciale incise direttamente sugli esiti della Grande Guerra in Italia.

Il Monte di Ragogna, i dirupi che incorniciano il Ponte di Pinzano e i versanti che dominano il paese di Muris furono teatro della fase più drammatica della battaglia, che portò alla perdita dell'intera Brigata "Bologna", di alcune compagnie mitragliatrici e di un battaglione della Barletta. Composta da circa 5.500 fanti agli ordini del Colonnello Brigadiere Carlo Rocca, la Bologna sostenne durissimi scontri sino al 1° novembre, quando si ritrovò intrappolata tra l'avversario preponderante per numero e mezzi (di fronte) e il Tagliamento in piena (alle spalle). Con i Ponti di Pinzano e di Pontaiba interrotti dietro disposizioni superiori, pur accerchiati dall'avversario e colpiti addirittura dalle salve dell'artiglieria "amica", i resti della brigata prolungarono la difesa per alcune ore, sino all'inevitabile resa. Fu il Generale di Fanteria prussiano Otto von Below in persona, comandante la 14a Armata "austro-germanica" protagonista dell'offensiva di Caporetto, a concedere in favore dei superstiti della "Bologna" l'Onore delle Armi. Ossia, il massimo riconoscimento morale che un esercito vittorioso concede al nemico vinto, ma valoroso.

Le forze attaccanti attraversarono il Tagliamento oltre 24 ore più tardi, nella sera del 2 novembre sui resti del Ponte di Cornino, mediante un magistrale assalto condotto dal battaglione IV/4° di fanteria bosno-erzegovese, dell'esercito austro-ungarico. L'indomani, gli slesiani della 12a Divisione tedesca varcarono il maggiore fiume friulano all'altezza di Pontaiba, ampliando così l'entità della testa di ponte imperiale. In conseguenza dello sfondamento di Cornino, dopo sanguinosi combattimenti a ovest del maggior fiume friulano, l'esercito italiano ripiegò definitivamente verso il Piave. Era la sera del 4 novembre 1917, un anno esatto prima della conclusione di quel terribile conflitto.

Oltre alla battaglia dell'autunno 1917, nel Friuli Collinare occorsero ulteriori significative vicende legate alla Prima guerra mondiale, di cui si possono apprezzare sorprendenti testimonianze. Tali pagine di storia, incardinate nel nostro territorio, sono la costruzione dei forti e degli appostamenti per artiglierie negli anni 1909 - 1913, le azioni di spionaggio, il ruolo di retrovia e gli imponenti cantieri viari attivati nella prima fase della guerra, la costruzione dei trinceramenti della linea del Tagliamento tra il 1916 e il 1917, il coinvolgimento della popolazione civile per lavori e trasporti di carattere militare, il profondo impatto sociale della mobilitazione, la profuganza conosciuta da oltre la metà degli abitanti locali in seguito all'invasione austro-tedesca, l'anno della rigida occupazione imperiale e della fame per chi era rimasto, la costruzione delle fortificazioni austro-ungariche nel 1918, gli ultimi scontri nella giornata del 4 novembre 1918.

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